Dipendenze da Comportamenti (Gioco d’azzardo compulsivo, Internet addiction, Shopping compulsivo)
Gioco d’azzardo patologico
La caratteristica fondamentale del gioco d’azzardo patologico è un comportamento persistente, ricorrente, e maladattivo di gioco d’azzardo che compromette le attività personali, familiari, o lavorative. Il soggetto può essere totalmente assorbito dal gioco (per es., rivive esperienze di gioco passate, programma la prossima impresa di gioco, o pensa ai modi di procurarsi denaro con cui giocare).
La maggior parte di soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico afferma di ricercare l’avventura (uno stato di eccitazione e di euforia) ancora più dei soldi. Possono essere necessarie scommesse e puntate progressivamente più ingenti, o rischi maggiori , per continuare a produrre il livello di eccitazione desiderato.
I soggetti afflitti dal disturbo del gioco d’azzardo patologico spesso continuano a giocare nonostante i ripetuti sforzi per controllare, ridurre, o interrompere il comportamento. Vi può essere irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o di interrompere il gioco d’azzardo. Il soggetto può giocare per tentare di risolvere i propri problemi o per alleviare un umore disforico (per es., sentimenti di impotenza, di colpa, di ansia, di depressione).
Può svilupparsi una modalità di rincorsa al ripristino delle proprie perdite, con un bisogno impellente di restar sempre nel gioco (spesso con puntate più forti o assumendo rischi maggiori) per annullare una perdita o una serie di perdite. Il soggetto può abbandonare la propria strategia di gioco d’azzardo e cercare di riguadagnare le perdite subite tutte in una volta. Sebbene tutti i giocatori d’azzardo abbiano la tendenza a rincorrere la perdita per brevi periodi, è la ricerca spasmodica di recupero a lungo termine che è più caratteristica dei soggetti con Gioco d’Azzardo Patologico.
Il soggetto può mentire ai familiari, al terapeuta, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo. Quando le possibilità di ottenere prestiti sono esaurite, il soggetto può ricorrere a comportamenti antisociali per ottenere denaro (per es., contraffazione, frode, furto, o appropriazione indebita). Il soggetto può anche mettere a repentaglio o addirittura perdere una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o lavorative a causa del gioco. Il soggetto può anche cercare di svignarsela, scaricando sulla famiglia o su altri una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo.
Internet addiction
La dipendenza da Internet o Internet dipendenza, meglio conosciuta nella letteratura psichiatrica con il nome originale inglese di Internet addiction disorder (IAD), è un disturbo da mancato o problematico controllo degli impulsi.
Il termine è stato coniato da Ivan Goldberg, nel 1995. La sintomatologia clinica è comparabile al gioco d’azzardo patologico di cui abbiamo parlato nel precedente paragrafo.
Diversi ricercatori stanno attualmente valutando l’inclusione della dipendenza da Internet all’interno delle diagnosi dei disturbi riconosciuti in ambito clinico mentre altri affermano al contrario che la dipendenza da Internet non può essere considerata uno specifico disturbo psichiatrico, ma piuttosto un sintomo che può connettersi a differenti quadri diagnostici e clinici.
Dal punto di vista clinico questa disparità di vedute comunque non assume notevole rilevanza dal momento che non siamo interessati all’inquadramento diagnostico ma piuttosto al trattamento.
Shopping compulsivo
Non esistono ancora criteri unici per la definizione di questo disturbo. Gli episodi di shopping compulsivo hanno una frequenza media di 17 episodi mensili ed una durata che oscilla dall’ora alle sette ore per episodio. In media 7/8 ore la settimana sono pervase da questo impulso a comprare. I tentativi di opporsi a tale comportamento irrefrenabile vengono descritti spesso come fallimentari; circa il 74% delle volte in cui i soggetti sperimentano l’impulso a comprare esso ha come conseguenza l’acquisto.
È probabile che i consumatori compulsivi abbiano, fin dall’inizio, poca stima di sé, confermata e rinforzata, poi, dalle conseguenze negative del loro comportamento. Sembra che sia più frequente nelle donne ma non esistono ancora ricerche adeguate a riguardo.