Disturbo Ossessivo e Compulsivo
La caratteristica essenziale del Disturbo Ossessivo-Compulsivo è costituita dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni ricorrenti, sufficientemente gravi da far perdere molto tempo (cioè, richiedono più di 1 ora al giorno), o da causare disagio marcato o menomazione significativa. La persona che soffre di ossessioni e compusioni è in grado sul piano razionale, di riconoscere che esse siano eccessive o irragionevoli.
Le ossessioni
Sono idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti, vissute come intrusive e inappropriate e che causano ansia o disagio marcati. Ci si è riferiti alla qualità intrusiva e inappropriata delle ossessioni con il termine “egodistoniche”. Ciò significa che l’individuo percepisce che il contenuto delle ossessioni appare estraneo, che il fenomeno sia qualcosa che sfugge al proprio controllo e che non sia il tipo di pensiero che si aspetterebbe di avere. Comunque, l’individuo è capace di riconoscere che le ossessioni sono prodotte dalla sua stessa mente.
Le ossessioni più frequenti sono pensieri e immagini ripetitive e molto ansiogene che riguardano aree delicate della vita del paziente connesse con vincoli morali quali la religione, il sesso, la violenza. Tipicamente parole o immagini basfeme, specie se si partecipa a funzioni religiose, fantasie sessuali (per es., ricorrenti immagini pornografiche, spesso rappresentanti perversioni di vario tipo), oppure ancora immagini di possibili violenze commesse su persone inermi o addirittura sui propri cari, tipicamente i figli piccoli.
L’individuo con ossessioni di solito cerca di ignorare o sopprimere tali pensieri o impulsi o di neutralizzarli con altri pensieri, attuando così penosi rituali mentali. Per esempio, ripete delle frasi o delle preghiere o degli scongiuri. La presenza di ossessioni porta in genere ad attuare rituali mentali di neutralizzazione (preghiere, frasi di scongiuro e rassicurazione) e provocano l’istituirsi di comportamenti di evitamento. Il paziente tende cioè ad evitare le situazioni in cui potrebbero più facilmente presentarsi i pensieri ossessivi come per esempio andare a messa o restare da solo con i propri bambini.
Quindi le ossessioni non spingono ad attuare una qualche azione, al contrario si teme di potere commettere le azioni che le immagini mentali intrusive propongono.
Le compulsioni
Sono costituite da una condizione mentale di dubbio che spinge ad attuare una azione. Ciò pone la compulsioni sul piano opposto della ossessione. Questa ultima comporta infatti il timore di potere commettere qualcosa di negativo, le compulsioni spingono invece ad attuare azioni di controllo o di rimedio.
Tipiche compulsioni sono quelle relative al voler controllare se si è chiusa la porta di casa quando si sta andando a letto o se si è veramente spento il gas, oppure quella di sentirsi sporchi o contaminati. La condizione compulsiva attiva una serie di rituali comportamentali finalizzati a ridurre l’ansia quali, controllare più e più volte se le procedure sono state attuate correttamente, oppure mettere in ordine gli oggetti o ancora pulendo e disinfettando il proprio corpo e l’ambiente dove si vive. Si tratta di comportamenti ripetitivi (cioè lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere mentalmente delle parole) il cui obbiettivo è quello di prevenire o ridurre l’ansia o il disagio, e non quello di fornire piacere o gratificazione. Nella maggior parte dei casi, la persona si sente spinta a mettere in atto la compulsione per ridurre il disagio che accompagna un’ossessione o per prevenire qualche evento o situazione temuti.
Ad esempio, gli individui con ossessioni di contaminazione possono ridurre il proprio disagio mentale lavandosi le mani finché la pelle non diventa ruvida; gli individui afflitti dall’ossessione di avere lasciato una porta aperta possono essere spinti a controllare la porta a intervalli di pochi minuti. In alcuni casi gli individui mettono in atto azioni rigide o stereotipate secondo regole elaborate in modo molto rigido e specifico, senza riuscire a spiegare perché lo stanno facendo. Per definizione le compulsioni sono chiaramente eccessive e non connesse in un modo realistico con ciò che sono designate a neutralizzare o prevenire. Le compulsioni più comuni comprendono lavarsi e pulire, contare, controllare, richiedere o pretendere rassicurazioni, ripetere azioni, e mettere in ordine.
Per definizione gli adulti con Disturbo Ossessivo-Compulsiv riconoscono che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli. Questi requisiti non si applicano ai bambini, poiché può mancare una consapevolezza cognitiva sufficiente per formulare questo giudizio. Comunque, anche negli adulti vi è un’ampia variabilità di consapevolezza sulla ragionevolezza delle proprie ossessioni o compulsioni. Alcuni individui sono incerti della ragionevolezza delle loro ossessioni o compulsioni, e l’insight di ogni individuo può variare in diversi periodi o situazioni. Ad esempio, la persona può riconoscere che una compulsione di contaminazione sia irragionevole quando se ne discute in una situazione “sicura” (per es., nello studio del terapeuta), ma non quando costretto a maneggiare dei soldi. In tali momenti, quando l’individuo riconosce che le ossessioni e le compulsioni sono irragionevoli, può desiderare o tentare di resistervi. Quando tenta di resistere a una compulsione, l’individuo può avere la sensazione di aumento dell’ansia o della tensione, che possono essere alleviate cedendo alla compulsione. Nel corso del disturbo, dopo insuccessi ripetuti nel cercare di resistere a ossessioni o compulsioni, l’individuo può cedere, non provare più il desiderio di resistervi, e incorporare le compulsioni nelle proprie abitudini quotidiane.
Al di là delle sintomatologia specifica il paziente afflitto da questo disturbo appare una persona ansiosa ed apprensiva, molto perfezionista e incline al rispetto delle regole formali della vita.